Le domande più frequenti sull’ovodonazione

Nell’articolo precedente sull’ovodonazione vi ho sottolineato l’importanza di trasmettere quante più informazioni è possibile alle coppie che desiderano intraprendere questo percorso di procreazione medicalmente assistita.

In questo nuovo articolo, voglio rispondere ad alcune delle domande più frequenti che mi vengono poste sull’argomento. 

 

Chi è che mi dona l’ovocita e perché lo fa?

 

Si apre qui un argomento nell’argomento, un aspetto per me che me ne occupo da tanti anni, particolarmente sentito e caro.

La carenza di informazioni in merito è forte e si contrappone alla nobiltà di un gesto al quale spesso non siamo abituati e difficilmente inclini a carpirne il significato.

Le donatrici di ovociti, per lo più giovani donne, sebbene sia per i più difficile da comprendere, accedono ai cicli di donazione unicamente per dare la possibilità ad un’altra donna di diventare mamma….difficile da capire ma più facile quando a dirtelo è chi questo concetto lo ha fatto suo e te lo trasferisce guardandoti negli occhi.

Purtroppo in Italia non abbiamo un sistema idoneo a sostenere un circuito di donatrici, non per limiti legislativi ma per mancanza di donatrici.

Questo avviene in Spagna, paese per noi prezioso per questo circuito, dove per motivi legati alla cultura del popolo vi è un’enorme predisposizione alla donazione.

Molti pensano che tutto ciò avvenga grazie al pagamento delle donatrici cosa che non avviene assolutamente.

Tutto ciò rende il gesto della donazione  meritevole di enorme  rispetto e da tenere ben lontano da considerazioni che spesso sento, frutto di informazioni sbagliate. 

 

Il bimbo nato da ovodonazione sarà sano?

 

Altro tema caldo che spesso impegna i colloqui.  Le donatrici di ovociti eseguono una serie di esami e consulenze per poter donare in ambito di percorsi di ovodonazione. Per intenderci devono sicuramente essere sane da tutti i punti di vista e per attestare questo stato fanno molti più esami e consulenze di quelle che fanno le coppie per i cicli di pma omologhi. Tutto ciò sommato alla giovane età delle donatrici (età media 23 anni) rende il rischio di patologie sindromiche, genetiche e in generale malformative, molto più basso rispetto a quello che avremmo noi stesse generando un figlio con i nostri ovociti dopo i 35 anni e ad un’eta media di riceventi di circa 42-43 anni; nel contempo però questo non è sufficiente ad assicurarci che i bimbi che nascono da ovodonazione siano sicuramente sani perché tale certezza non è ottenibile in medicina con nessun tipo di procedura.

Mi preme però sottolineare il concetto che anche questa domanda è frutto del clima di incertezza che spesso le coppie hanno per le informazioni poco consistenti che possiedono al momento del primo colloquio. In genere, anche questo timore crolla quando abbiamo modo di parlarne insieme.

 

 

Saprò chi è la donatrice e lei saprà di me?

 

La legge prevede un totale anonimato sia per la donatrice che per la ricevente e naturalmente per i nascituri.

 

 

Dottore so che lei esegue questa metodica in Spagna perché?

 

Sì, è vero sono molti anni che eseguo l’ovodonazione quasi esclusivamente in s sempre nello stesso centro perché questo ci dà l’opportunità di usufruire di ovociti donati e fertilizzati da freschi ossia senza necessità di doverli crioconservare.

la crioconservazione è un processo che ci ha consentito di risolvere tante problematiche e che rappresenta un caposaldo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita tuttavia, nella mia opinione e pratica medica, ritengo che essa debba essere adottata solo quando indispensabile perché può in alcuni casi compromettere parte degli ovociti riducendo i tassi di fertilizzazione ed in ultimo la possibilità di avere una gravidanza a parità di numero di ovociti disponibili per cicli a fresco o congelato.

La mancanza di donatrici in Italia non ci consente di poter utilizzare ovociti freschi ma ci dà come unica possibilità l’ovocita congelato importato dall’estero, fatti salvi casi rarissimi e non riproducibili con facilità allo stato attuale.

 

 

La paura di essere soli…

 

Sì, è vero sono molti anni che eseguo l’ovodonazione quasi esclusivamente in s sempre nello stesso centro perché questo ci dà l’opportunità di usufruire di ovociti donati e fertilizzati da freschi ossia senza necessità di doverli crioconservare.

la crioconservazione è un processo che ci ha consentito di risolvere tante problematiche e che rappresenta un caposaldo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita tuttavia, nella mia opinione e pratica medica, ritengo che essa debba essere adottata solo quando indispensabile perché può in alcuni casi compromettere parte degli ovociti riducendo i tassi di fertilizzazione ed in ultimo la possibilità di avere una gravidanza a parità di numero di ovociti disponibili per cicli a fresco o congelato.

La mancanza di donatrici in Italia non ci consente di poter utilizzare ovociti freschi ma ci dà come unica possibilità l’ovocita congelato importato dall’estero, fatti salvi casi rarissimi e non riproducibili con facilità allo stato attuale.

 

Dottore diventerò mamma?

 

Questa è la domanda che amo di più perché giunge a testimonianza del fatto che la futura mamma e il futuro papà hanno accolto le nostre informazioni e testimonianze e sono già proiettati verso la nuova avventura.

Sì, sono molto fiducioso che diventerà mamma prestissimo ,come le centinaia di pazienti lo hanno fatto prima…ed un nuovo viaggio è iniziato, una nuova cicogna attende.